“Aperto” è un progetto che non intende definirsi come un sistema finito. è piuttosto una geologia, dove il progressivo stratificarsi di livelli è dato dal ciclico susseguirsi del tempo, dalle forze della natura e da un ambiente generato dall’uomo.
La progettualità italiana e il suo design sono sempre stati caratterizzati da un sistema produttivo non rigido. Si potrebbe definirlo come un laboratorio, un cantiere aperto, in costante divenire, che muta e si adatta in continuazione ai cambiamenti dello scenario economico – ambientale – umano. la sua flessibilità ha modellato la sua stessa identità, al punto di poter assorbire polarità e contraddizioni, diversità e comlessità: aspetti, questi, tipici della realtà globalizzata contemporanea.
Allo stesso modo, “aperto” desidera collocarsi nel contesto industriale di……………. come un punto di riferimento organicamente inserito nel paesaggio. Come se fosse il risultato del movimento secolare del fiume che scorre nelle vicinanze e il cui lento e inarrestabile movimento modella e influenza profondamente il paesaggio.
Più che una torre, “aperto” è una collina, una roccia in un giardino, alla maniera della secolare tradizione dei giardini cinesi.
Una urbanistica verticale che è, allo stesso tempo, luogo di passaggio e luogo di lavoro, dove l’opportunità di raccogliere idee, persone, saperi, processi sperimentali e nuove tecnologie, genera continuamente nuove visioni, espansioni ed estensioni dell’edificio. “Aperto” desidera divenire un luogo di lavoro ma anche un sentiero da percorrere. Una struttura fatta dall’uomo che, tuttavia, sembra generata dalla natura. un’integrazione di spazio pubblico e privato, una città in miniatura che è simultaneamente in relazione con il paesaggio circostante.
Un sistema di unita; modulari, ognuna delle quali è articolata in spazi chiusi e aperti permette una crescita organica del complesso. Le unità si dislocano tutto attorno l’area interessata, trasformandola in un’”urbe verde”. “Aperto” tesse architettura e natura, attività dell’uomo e elementi naturali, movimento e staticità. L’acqua viene resa visibile e utilizzata in una fluida rete di canali.
Dalle unità distribuite al livello del suolo, si muove a stratificazioni successive di piani multipli. la forma di montagna rocciosa è creata intenzionalmente per trasformare l’edificio in una sorta di topografia.
I materiali usati nella costruzione delle singole unità sono scelti per sottolineare il concetto di fondo del progetto, dove artificio e natura coesistono e si fondono l’uno nell’altra per generare un nuovo ambiente. acciaio, cemento, legno, vetro e bamboo compongono l’insieme di segni con i quali lo spazio chiuso e quello aperto sono articolati in un alternarsi di opacità e trasparenza. le attività; specifiche che accadono all’interno delle unità contribuiscono, a loro volta, alla composizione di interni ed esterni, di vuoti e di pieni, attraverso l’uso di elementi strutturali mobili.
“Aperto” si definisce come sintesi di polarità, una complessità fatta di elementi semplici, al fine di intrecciare paesaggio e architettura in un nuovo ambiente
Loro di Napoli
"Aperto"
Shanghai